Ansia nella stomia una battaglia difficile
Vivere con la stomia comporta adoperare una sacca di raccolta attaccata al proprio addome per contenere gli effluenti perché lo stoma, non essendo dotato di terminazioni nervose, non può essere controllato volontariamente. Non è difficile immaginare quali siano le conseguenze fisiche ma, soprattutto, psicologiche di questo intervento, che a volte possono divenire invalidanti per lo svolgimento della normale vita di questi pazienti.
Gli aspetti emotivo-psicologici che si trovano a dove affrontare gli stomizzati sono principalmente legati al cambiamento del proprio corpo e alla difficile accettazione della nuova immagine di sé: difficoltà ad adattarsi a cambiamenti subiti e non scelti.
Oltre alla ferita fisica, se ne crea anche una psicologica che ha bisogno di essere adeguatamente elaborata e accettata. Questo al fine di avere una condizione di vita soddisfacente, perché con la stomia si compromette non solo la percezione del proprio aspetto fisico, ma anche deIla propria identità. Possono essere necessari mesi interi per abituarsi ai disagi che la stomia comporta; soprattutto subito dopo l'operazione è difficilissimo accettare un cambiamento così grande, non solo nel proprio corpo, ma anche in quella che sarà la tua vita da quel momento in avanti.
Un cambio di abitudini radicale e la paura di non essere accettato, non solo dagli altri, ma in primis da sé stessi. Con questo tipo di intervento, si vive un forte senso di inadeguatezza che potrebbe portare a disadattamento e vergogna. Molte persone stomizzate si sentono diverse a causa della loro condizione, difficilmente mascherabile e spesso vivono nell'imbarazzo o nel timore di sporcarsi arrivando ad isolarsi completamente. La perdita del controllo volontario su una parte del proprio corpo può fare insorgere rabbia, ansia, frustrazione, ma anche invidia nei confronti delle persone sane.
L'ansia è un meccanismo naturale e fisiologico che svolge primariamente la funzione protettiva e finalizzata sia all'adattamento che alla sopravvivenza di ciascun individuo e rappresenta un'anticipazione ad una minaccia futura. Questi stati d'animo possiamo trasformarli e modellarli come risorse per l'organismo. l pazienti stomizzati, se non adeguatamente sostenuti, possono andare incontro all'insorgere di patologie psicologiche serie come l'ansia incontrollata o la depressione con conseguente abbandono dei propri progetti di vita. Le difficoltà relazionali con sé stessi e il proprio corpo possono estendersi anche agli altri investendo l'ambito familiare. Spesso le persone stomizzate si sentono sole e non capite.
Il ruolo della famiglia è fondamentale. Ecco perché l'intervento terapeutico deve coinvolgere non solo l'individuo, ma anche la sua famiglia tramite varie figure professionali: medici, psicologi, psicoterapeutici, infermieri e volontari. Il lavoro dello psicologo/psicoterapeuta deve esse orientato al supporto psicologico dell'individuo e anche della famiglia. L'intervento dovrebbe iniziare nella fase preoperatoria, ma attualmente, comunque, non è previsto nessun sostegno psicologico ai pazienti per prepararli all'intervento.
Anche nella fase post-operatoria ci sarebbe bisogno di un sostegno psicologico adeguato che accompagni la persona verso le dimissioni. Un altro strumento importante che si può usare in campo psicologico è il gruppo che può essere utilizzato sia pazienti che con le loro famiglie. Al tale riguardo, personalmente, collaboro per un’associazione di pazienti stomizzati di Foggia che, oltre a garantire il servizio ambulatoriale, integra l'importante figura dello psicologo. l gruppi psicoterapeutici sono uno strumento importante per il sostegno psicologico ai pazienti.
Il paziente si rende conto che, anche altre persone soffrono di problemi, ansie, impulsi simili ai suoi. Questa consapevolezza dà sollievo e favorisce l'attenuazione dei propri sensi di colpa. l gruppi di familiari, invece, sono uno strumento di sostegno psicologico per le famiglie di questi pazienti che fanno affidamento sulle persone a loro più care e che si trovano a vivere la stomia per riflesso e a volte la subiscono. Mogli, mariti e figli si trovano catapultati in una serie di cambiamenti e nuovi problemi che possono determinare lo sconvolgimento della normale vita quotidiana.
L'obiettivo è sostenere l'emotività (paura, impotenza, frustrazione, etc.), consentendo così di affrontare le difficoltà ed elaborare aspetti considerati come tabù, quali sessualità e disabilità. L'obiettivo da raggiungere, infine, è che lo stomizzato torni ad essere ma, soprattutto, a sentirsi una "persona" che ha diritto di vivere la propria vita proprio come tutti gli altri.
Il confronto e la condivisione con gli altri delle proprie esperienze e dei propri vissuti, aiuta ad avere un'ottica allargata del proprio specifico problema. Rivedendolo sotto una nuova luce, si realizza anche un accrescimento dell'autostima e ciò diventa fonte di arricchimento e crescita personale; consente una visione di sé stessi da una prospettiva diversa. In questo processo di accettazione assumono un ruolo sempre più determinante i social media che vedono la presenza di testimoniai che in prima persona non nascondono la loro condizione di stomizzati e, al contrario, evidenziano come una buona qualità di vita sia possibile, ma il cammino è ancora lungo e difficile per arrivare all'obiettivo della completa accettazione sia personale che sociale.
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