L'assistenza al paziente: il ruolo dell'ambulatorio e delle Associazioni
Cari lettori,
prima di tutto piacere, mi presento brevemente: sono Stefano Sfondrini, infermiere di Chirurgia, ho prestato servizio dal 2008 al 2016 presso Ospedale di Zona Valduce di Como, e dal 2016 lavoro presso ASST Lariana Ospedale Sant'Anna, sempre a Como. Nel 2015 ho conseguito presso Università Cattolica sede di Brescia, il master universitario di primo livello in stomaterapia ed incontinenze intestinali e dal 2023 ho ottenuto l'incarico di stomaterapista specialista e responsabile dell'ambulatorio infermieristico stomizzati dello stesso presidio.
Posso ritenermi previlegiato in quanto all'interno della struttura dove lavoro è presente un ambulatorio dedicato (aperto tutti i giovedì e due lunedì al mese dalle ore 07:30 alle ore 15:00). Vi si accede su appuntamento e con impegnativa del proprio medico di medicina generale (MMG) o dello specialista.
Il lavoro all'interno deIl'ambulatorio è molto vario e diversificato: prima di tutto veniamo contattati dal chirurgo o dall'urologo, i quali ci informano dei vari ricoveri in modo da conoscere e prendere in carico immediatamente il paziente che verrà sottoposto ad intervento chirurgico con confezionamento di un'eventuale stomia intestinale od urologica. Questo è molto importante, se non fondamentale, poiché il paziente riceverà tutte le informazioni indispensabili per affrontare il percorso educazionale e riabilitativo sia durante la degenza ospedaliera che dopo la dimissione; inoltre permette di instaurare, nella maggior parte dei casi, un rapporto di fiducia e stabilire una relazione d'aiuto sia col paziente ma anche con tutte le varie figure presenti nella sua sfera famigliare (i cosiddetti “caregiver”).
Il giorno prima dell'intervento effettuiamo il disegno preoperatorio, un diritto del paziente indicato sulla carta internazionale dei diritti dello stomizzato (punto 2), al fine di garantire che la stomia sia confezionata in sede appropriata, che possa essere adeguatamente gestita ma, soprattutto, che permetta una buona qualità di vita.
Durante la degenza ospedaliera organizziamo, in presenza del caregiver (la persona che si prende cura del paziente) tre incontri di educazione sanitaria con lo scopo di rendere la persona sempre più autonoma e facendole così acquisire una maggiore sicurezza nella gestione della stomia e prendere confidenza con i cambiamenti del proprio corpo a seguito dell’intevento.
Prima della dimissione richiediamo sempre alle varie aziende una campionatura domiciliare, che solitamente copre un periodo di circa 10-15 giorni, sia che la persona stomizzata torni al domicilio, o venga ricoverata presso altre strutture (Ospedali di Comunità, RSA, Hospice), garantendo così al paziente di non restare sprovvisto dei presidi. Nella stessa occasione prenotiamo i vari controlli ambulatoriali al fine di proseguire il percorso educazionale e riabilitativo.
Durante tali incontri rileviamo il grado di autonomia, in alcuni casi anche di dipendenza, nella gestione della stomia e, una volta individuato il presidio che meglio si adegua al profilo corporeo dello stomizzato, procediamo alla prescrizione del piano terapeutico inviandolo direttamente all'ufficio protesico di appartenenza, sgravando il paziente dal doverlo consegnare personalmente. Appena il piano terapeutico risulti inserito nel sistema sanitario, il neo stomizzato potrà recarsi in una qualsiasi farmacia della provincia di residenza per ritirare gratuitamente i presidi previsti, semplicemente mostrando la propria carta d'identità e tessera sanitaria.
Un’altra attività ambulatoriale, in collaborazione con l'unità operativa di endoscopia, è l'esecuzione dell'irrigazione intestinale sia nel caso il paziente debba sottoporsi a colonscopia in previsione di intervento chirurgico di ricanalizzazione, che in caso riabilitativo (procedura che possono seguire le persone colostomizzate) garantendo parimenti un'adeguata eliminazione controllata delle feci con minore sostituzione del presidio ed un maggior senso di libertà dallo stesso.
L’ambulatorio infermieristico stomizzati è un solido punto di riferimento per i circa 3000 comaschi portatori di stomia e uno dei suoi ruoli è quello di aiutare le persone ed i loro familiari a tornare a vivere serenamente la quotidianità e favorendo il reinserimento sociale.
A questo punto è dovuto un plauso al prezioso aiuto dell'unica associazione presente sul territorio lariano dal 2015: AVAS Amici Volontari Accoglienza Stomizzati ed alla sua presidentessa, Gisella. L'Associazione è nata da alcune favolose e motivate persone che si sono incontrati a causa di una stomia (evento negativo) e che sono diventati dapprima amici e poi volontari (evento positivo) con l'impegno di accogliere ed aiutare, senza scopo di lucro, i neo stomizzati dando loro un sostegno in maniera discreta. Obiettivo principale è quello di comunicare loro che la vita continua e che bisogna continuare a coltivare e mantenere vive le proprie passioni: dai viaggi allo sport, dalla vita sociale a quella sessuale.
I volontari, che hanno convissuto o stanno ancora convivendo con la malattia, comprendono appieno la sensazione di sconforto, di disagio, di paura e di solitudine che si può provare in questo particolare periodo della vita; AVAS si pone quindi come anello di congiunzione tra il prima ed il dopo della vita di una persona stomizzata.
L’Associazione, che è fortemente presente sul territorio lariano, organizza a titolo gratuito, corsi di formazione per aspiranti volontari, per personale sanitario RSA, per infermieri di comunità e di famiglia (IdFeC), oltre ad incontri, previa prenotazione, con uno psico-oncologo al fine di poter parlare in completa tranquillità e riservatezza dell'attuale condizione di salute. Non mancano comunque momenti più conviviali, per far comprendere che non si è né soli né abbandonati a sé stessi e che la vita continua, seppur in modo diverso, con quel “sacchetto” salvavita.
Vengono, infatti, organizzati balli di gruppo, per rafforzare il pavimento pelvico, tornei di burraco, lavori manuali per allestimento di alberi di Natale nei vari ospedali lariani e coperte per i senza tetto e per le popolazioni dell'Est.
Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito aziendale dell'Ospedale: www.asst-lariana.it, sul profilo Instragram: avascomo_odv oppure contattando l'Associazione mediante posta elettronica: como.avas@gmail.com.
Infine, ma non per ultimo, il ruolo dell'associazione AVAS riveste parte integrante nel supportare i pazienti: ci sono diversi studi che dimostrano che il confrontarsi tra pari porta più benefici rispetto alla comunicazione infermiere/paziente in quanto più “credibili”.
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