Dispositivi convessi: caratteristiche e benefici
A cura di Antonietta Cirillo, stomaterapista Ospedale "G. Fucito" di Mercato San Severino di Salerno
Uno dei principi guida dello stomacare è garantire e mantenere un sigillo sicuro intorno alla stomia, al fine di ridurre il rischio di infiltrazioni degli effluenti ed evitare le alterazioni della cute peristomale. Le infiltrazioni innescano un circolo vizioso associato a complicanze cutanee peristomali. Ciò è noto come danno cutaneo correlato all'umidità dovuto soprattutto, come detto, all'impatto delle feci e dell'urina che entrano in contatto con la pelle, che è un effetto costante fino a quando l’infiltrazione non viene arginata.
Le recenti linee guida di consenso internazionale, ad esempio, parlano della necessità di risolvere il problema delle infiltrazioni piuttosto che di qualsiasi altro problema. I dispositivi convessi sono spesso considerati uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo. La convessità è definita come una curvatura sul lato cutaneo della barriera ed è spesso considerata come il sistema preferito per gestire gli stomi piatti, retratti o per compensare i piani peristomali irregolari come pieghe o pliche.
È di fondamentale importanza sapere che la convessità non è sempre dello stesso tipo e comprendere che non solo esistono dispositivi convessi diversi a seconda delle aziende che li producono, ma che questi si differenziano tra ritagliabili, modellabili, pretagliati e che possono essere dispositivi monopezzo e a due pezzi.
La necessità di utilizzare un dispositivo convesso può verificarsi, ad esempio, quando si è in presenza di una stomia estroflessa, ma che presenta infiltrazioni, nelle stomie a filo o retratte, in presenza di pieghe peristomali, pieghe cutanee, addomi lassi, in presenza di stomie che diminuiscono di dimensioni o si retraggono in determinate posizioni.
Prima di provare un prodotto e prima di decidere per l’utilizzo di un prodotto convesso, quindi, è assolutamente necessario fare una valutazione adeguata.
Bisogna valutare tre aspetti fondamentali del paziente:
· valutazione addominale;
· valutazione della stomia;
· valutazione della cute peristomale;
per poi selezionare i prodotti giusti e anche capire quando la convessità è o meno consigliata.
Vi sono diverse considerazioni da effettuare quando si utilizzano placche convesse. È necessaria cautela poiché un sistema eccessivamente convesso può esercitare troppa tensione nell’area peristomale e causare problemi quali eritema, ematomi e ulcerazione. Ad ogni cambio del sistema di raccolta, la persona stomizzata dovrebbe monitorare le condizioni della cute peristomale; in caso di alterazioni cutanee, dovrebbe rivolgersi al suo stomaterapista o operatore sanitario di fiducia.
Per un corretto utilizzo dei prodotti convessi è importante comprendere perché, quando e come questi dovrebbero essere utilizzati.
Le ultime evidenze scientifiche derivanti dalla letteratura più recente (“Characteristics of Convex Skin Barriers and Clinical Application” di Mc Nichol e coll. pubblicata nel 2021) mettono in evidenza quali sono le caratteristiche che un dispositivo convesso deve avere. Queste sono:
· Profondità
o Misurazione dall'apice della cupola alla base della stessa. È importante scegliere la profondità minima in una barriera convessa, pur riuscendo ad ottenere una buona tenuta.
· Punti di Tensione
o Posizione in cui la barriera esercita una pressione verso il basso e verso l'esterno sulla topografia peristomale. I punti di tensione consentono di esercitare una tensione centralizzata per favorire la protrusione dello stoma e una tensione periferica per distendere la cute peristomale.
· Comprimibilità
o Capacità della cupola convessa di essere appiattita. Determina la scelta di un dispositivo convesso per un utilizzo sicuro fin dal post-operatorio
· Flessibilità
o Facilità con cui la barriera cutanea convessa può piegarsi per conformarsi ai contorni addominali.
· Pendenza
o Angolo dalla base della barriera cutanea convessa all'apice della cupola.
La giusta combinazione di queste caratteristiche, soprattutto della profondità e dei punti di tensione, determina la scelta del dispositivo adatto per la gestione delle stomie e degli addomi che richiedono l’utilizzo della convessità. Se già dalla fase post-operatoria si ritiene necessario adoperare una barriera cutanea convessa, è bene partire con un prodotto che sia definito convesso soft, il quale non crea alterazioni o complicanze della cute peristomale e della giunzione muco-cutanea.
Inoltre, tale dispositivo convesso soft non influisce sul processo di riparazione tissutale in caso di eventuali alterazioni della cute peristomale, ma è in grado di esercitare una minima tensione nella zona peristomale livellando, ad esempio, un piano addominale flaccido anche in caso di stomia estroflessa. Selezionare il giusto prodotto convesso e utilizzare queste caratteristiche in modo appropriato, permette l’utilizzo della convessità con successo e sicurezza nell'immediato periodo post-operatorio.
Risulta, quindi, chiaro che bisogna essere sempre a conoscenza della reale tipologia, e delle relative caratteristiche, della convessità al fine di poter ottenere la risposta clinica attesa ovvero protrusione della stomia o distensione della cute peristomale. La scelta del dispositivo adatto, in questo caso della tipologia di convessità adatta, garantisce alla persona portatrice di stomia la sicurezza di una tenuta sicura del dispositivo proteggendolo dal rischio di infiltrazioni.
In conclusione, non c’è alcun dubbio che i dispositivi convessi di ultima generazione abbiano apportato notevoli miglioramenti nella gestione delle stomie, non solo in quelle considerate problematiche. L’importante è monitorare sempre le condizioni della cute peristomale, magari ogni due settimane nel primo mese dopo la scelta del dispositivo e successivamente ogni 3-6 mesi a discrezione dell’operatore sanitario.
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