Io non sono la mia stomia - La storia di Giuliana
Mi chiamo Giuliana, sono nata a Codogno il 3 giugno 1968, ho 55 anni e vivo (felice) con una colostomia.
Non è stato amore a prima vista. Questa storia inizia il 17 giugno 2021 quando, nell'ospedale di Codogno (oggi famosissimo a causa del Covid) mi dicono che ho un tumore al retto e che, per guarire, dovrò affrontare chemioterapia, radioterapia e probabilmente l'operazione che con un taglio netto mi priverà del mio retto ma, badate bene, in cambio mi regalerà una bella colostomia.
Avrei una domanda: altre opzioni non sono disponibili? Che ne so? Qualcosa di un pochino più soft? No, no cara, se vuoi continuare a vivere questo è. Dubbi sui miei prossimi programmi non ne ho perché voglio vivere e dunque affronto tutto questo bel programmino con tanta voglia di guarire. Questo va detto e non smetterò mai di ripeterlo: in tutta questa storia ho conosciuto persone meravigliose (e sto parlando di tutta l'equipe ospedaliera, dal primo incontrato fino all'ultimo) che mi hanno curata con le medicine, ma anche con un'energia buona e umana che sono stati capaci di darmi e che io ho ricevuto chiara e limpida.
Ma torniamo alla mia storia: dopo 6 mesi di terapia guarisco, completamente, e vivo 1 anno e 3 mesi di pura e leggera, ma consapevole, felicità... Fino a quando il tumore non torna e quindi sono costretta (sempre se voglio vivere senza malattia) a operarmi. Non è stato il coraggio a farmi affrontare questo secondo percorso con tanta determinazione, convinzione e calma, ma il mio desiderio di voler vivere e la mia totale fiducia nella scienza e chi, per essa, opera. Decido per la chirurgia robotica e mi trasferisco per 8 giorni nel bellissimo ospedale Humanitas, San Pio X di Milano dove vengo operata e poi assistita da un meraviglioso gruppo di persone con le quali sono entrata subito in sintonia. E qui, finalmente, faccio la mia esperienza di colostomia. Premetto che appena operata la colostomia non era il problema numero 1, ne avevo altri da dover gestire e superare, perciò, quando la mia super stomaterapista Simona, me l'ha presentata io l'ho guardata un po' schifata e ho pensato: "bruttina".
Appunto, non è stato amore a prima vista. Così rossa, con quei punti cuciti con un filo grosso e nero, un po' dolorante. Insomma, se potessi essere poco politicamente corretta direi "una schifezza". Ma poiché io voglio vivere felice, anche in quel momento super difficile ho pensato che, un giorno, avrei risolto il problema, non nell'immediato perché, ripeto avevo altre questioni più importanti da gestire. Diciamo che ho rimandato e facevo fare a Simona, la mia stomaterapista, o a mia mamma. Poi un giorno, circa 10 giorni dopo, mi sono detta che dovevo reagire, che non dovevo farmi fregare dalla stomia e che dovevo, volente o nolente, prendere la situazione in mano. Con tanto coraggio, qualche lacrima e gli occhi un po' socchiusi ho cominciato a guardarla e a occuparmi di lei, prima sempre con la mia mamma vicina, poi da sola!
E quando, a 2 mesi dall'operazione, per la prima volta mi sono cambiata da sola, mi sono sentita bravissima, felice e libera. Libera, perché non voglio rimanere intrappolata da un buchino nella pancia che ogni tanto borbotta (infatti ora lo chiamo Borbottino, prima lo chiamavo Schifezza). Non vi nascondo che per vivere beatamente e serenamente con Borbottino mi ci sono voluti 3 mesi; io ci ho messo tanta buona volontà e lui, dal canto suo, si è fatto più bello e più regolare, anche.
Adesso non è che ne vada matta, però... non lo disprezzo, anzi, comincio a volergli bene: gli parlo, gli dico tante paroline tenere, ci scherzo anche, e lui mi risponde!
Sicuramente non è stato amore a prima vista, ma sono sicura che insieme vivremo felici. Anzi, già viviamo felici, insieme a lui ho ricominciato a fare (quasi) tutto quello che facevo prima che lui arrivasse: viaggiare in compagnia o da sola, guidare la macchina e prendere il treno, camminare in campagna e in montagna, frequentare gli amici e ridere, andare al ristorante, visitare musei... E prossimamente andare in bicicletta e nuotare.
Ho già provato un costume intero che mi sta benissimo, ha una fantasia un po' mimetica, che nasconde la presenza della sacca...insomma, mi sto impegnando a trovare soluzioni semplici per vivere allegramente, malgrado.
E ora concludo dicendo:
Viva Borbottino, viva me e viva la scienza!
Giuliana
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