Stomia e sessualità: l’esperienza di Vincenzo
novembre 18, 2021
Ci racconti qualcosa di te?
Sono Vincenzo, ho 37 anni e la patologia mi ha colpito negli anni universitari; di conseguenza, ho interrotto gli studi in Psicologia, ma sono ancora molto appassionato e se decidessi un giorno di completare gli studi, lo farei solo per me. Sono pugliese, ma il mio sogno era trasferirmi a Roma, cosa che ho fatto da poco, dopo aver cercato a lungo un lavoro appagante che mi permettesse di vivere senza eccessiva preoccupazione per il domani. Sono stato stomizzato per 3 anni, prima è stata confezionata una colostomia, poi una ileostomia e, infine, sono stato ricanalizzato. Ho subito una proctocolectomia totale, non senza problemi.
Le conseguenze di alcune scelte mediche sbagliate si sono viste nel tempo. Adesso, sono a metà tra l’incontinenza e la stitichezza. Stomia e sessualità: ti avevano dato info su come sarebbe cambiata la tua vita?
Ho dovuto affrontare interventi nel 2010, 2011 e 2013. L’informazione è stata praticamente zero. Penso che a volte i professionisti non siano preparati a dare informazioni, soprattutto sulla vita dopo l’intervento.
Cosa avresti voluto sapere?
Sono stato un paziente e la prima cosa che ho fatto era capire che non avessi subito danni che mi avrebbero impedito di avere una vita sessuale appagante. È stato un po’ come ricominciare da capo. Ad oggi non mi spiego perché spesso si dà più importanza al fatto che una stomia temporanea possa diventare definitiva e, invece, non si faccia per nulla riferimento al rischio serio di impotenza.
La stomia è salvavita, ma una persona dovrebbe essere in grado di scegliere solo dopo un’adeguata informazione. Io ero molto vulnerabile, mi sono lasciato trasportare. Invece, si dovrebbe mettere al corrente il paziente che ci sono altre figure professionali che potrebbero fornire il giusto supporto. Sono passati circa 10 anni dal mio ultimo intervento, ma non vedo ancora molta informazione in merito.
Che consigli pratici daresti a chi si trova ad affrontare questa situazione?
Non nascondo di aver avuto delle grosse difficoltà perché ero io in primis a farmi grossi problemi, a non accettare ciò che “mi avevano fatto”, a non accettarmi per ciò che sono. È stato un processo lungo di “ricostruzione” che continua ancora oggi: un’evoluzione della quale sono ogni giorno sempre più fiero. All’epoca del primo intervento, alcune persone intorno a me non hanno accettato la situazione, anche chi diceva di amarmi.
È anche vero, però, che altre (pochissime) non mi hanno mai abbandonato. Anche quando ho cercato di usare il sarcasmo per diminuire l’imbarazzo; la stessa cosa che faccio ora con le mie cicatrici. Quando mi sono trovato a cominciare nuove relazioni, mi sentivo diverso; quando mi presentavo dicevo subito che ero stomizzato. Ho cercato disperatamente di trovare qualcuno che mi amasse.
Ad oggi dico invece che è fondamentale circondarsi di persone che ci fanno sentire bene che il destino ci farà incontrare un sacco di persone, ma noi dobbiamo decidere chi può “restare”. Poi trovare le soluzioni “pratiche” che ci aiutano a sentirci a nostro agio, come mettere una fascia sulla sacca, svuotarla prima del rapporto e bere molto. E, infine, abbattere i tabù: non bisogna vergognarsi, ma parlarne. Il nostro passato sicuramente ci ha condizionato, ma ogni giorno che passa gli apparteniamo sempre meno.
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