L’importanza dell’attività fisica nella strada verso la riabilitazione
In Italia vivono circa 75.000 persone stomizzate, la cui qualità di vita è da intendersi come un insieme di diversi fattori, compresi il benessere psicologico fisico e sociale in rapporto con lo stato di salute della persona. Il paziente va assistito sin dalla fase preoperatoria per aiutarlo ad accettare la stomia e per creare con lui un rapporto di fiducia funzionale a tutta la strada verso la riabilitazione.
Lavorando in una corsia di chirurgia seguo diverse persone stomizzate ed ognuna reagisce in modo diverso in base alla cultura, alla condizione sociale, al benessere economico, all’età ed al sesso. Dopo il primo passo, che secondo me è il più difficile, cioè far realizzare al paziente che vivere con una stomia non significa essere invalidi, ma persone con una anatomia e dei comportamenti fisiologici differenti, bisogna far capire quanto sia utile effettuare attività fisica in modo da rafforzare la muscolatura addominale, stimolare la circolazione e rafforzare il pavimento pelvico.
Tornare a dedicarsi alle proprie attività preferite
Le persone stomizzate possono dedicarsi a tutte le attività fisiche desiderate, evitando soltanto quelle che richiedano uno sforzo fisico eccessivo o espongano al rischio di contatti violenti. È da pochi anni che si è cominciato a parlare seriamente di sport e riabilitazione per chi vive con una stomia. Tutti sappiamo che attività fisica, corretta postura ed un sano regime alimentare, alla luce delle attuali conoscenze, contribuiscono al benessere e alla salute in tutto il percorso di vita.
Il nostro corpo ha bisogno di muoversi: lo sport apporta notevoli benefici psichici e fisici, contribuisce a migliorare l’umore e ad abbattere disturbi come l’ansia e depressione. Certo, questo non vuol dire diventare atleti da un giorno all’altro dopo l’intervento, ma trovare la voglia e l’energia necessarie per poter eseguire ogni giorno degli esercizi che porteranno ad una migliore forma fisica e agevoleranno il riposo notturno. Non tutti, chiaramente, possono praticare sport allo stesso modo: bisogna eseguire esercizi tenendo conto dell’età, delle condizioni di salute; considerare il tipo di esercizio, la sua intensità, la sua durata, la frequenza delle sessioni, le precauzioni da osservare, il regime alimentare e il livello di idratazione.
Il Programma me+ recovery
ConvaTec, particolarmente attenta alle esigenze delle persone stomizzate e alla formazione di noi operatori sanitari, ha colto il valore dell’attività fisica nella strada verso la riabilitazione e, in collaborazione con un’atleta stomizzata, Sarah Russell, ha ideato il programma me+ recovery. Si tratta di un programma certificato in Inghilterra dal Royal College of Nursing (Ordine degli Infermieri) che, sulla base di evidenze scientifiche, illustra gli esercizi che si possono praticare sin dall’immediato post-operatorio. In Italia oltre 700 infermieri hanno già effettuato il training in modo da poterli insegnare ai propri pazienti. Anch’io ho partecipato all’incontro formativo e sono rimasta molto soddisfatta, ben oltre le aspettative. Ho effettuato tutti gli esercizi, ne ho compreso il valore e ho iniziato a lavorare affinché programmi specifici come il “me+ recovery” possano essere inclusi nel protocollo di riabilitazione della persona stomizzata, nell’ottica di facilitarne il ritorno alla vita familiare, sociale e lavorativa, in maniera più positiva e serena.
Contatta l’infermiera Giuseppa Chessari
Ospedale Paolo II di Ragusa - Contrada Cisternazzi Ragusa
Ambulatorio di Chirurgia - Reparto Chirurgia
Referenti: Giuseppa Chessari e Anita Infantino
Telefono: 0932600238
Orari e giorni di apertura: lunedì, mercoledì, venerdì
>>>Leggi l'articolo integrale sulla rivista ConTatto - numero 2 2020<<<
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